mercoledì 7 gennaio 2015

Scontro di civiltà


Se l'Occidente non esporterà la democrazia in Oriente, sarà l'Isis a esportare l'Islam in Occidente.
Quello che è accaduto oggi a Parigi dimostra, semmai ce ne fosse stato bisogno, che lo scontro di civiltà è in atto da tempo.
L'analisi del politologo Samuel P. Huntington, contestata in Italia da quel buonismo politico di sinistra erede del catto-comunismo, è nota.
Agli stati-nazione, così come li abbiamo conosciuti, si sostituiscono le civiltà che sono portatrici di valori culturali omogenei. Dentro lo stato-nazione possono coesistere sistemi valoriali diversi e nessuno prevale sull'altro, proprio perché lo Stato garantisce la convivenza all'interno di una cornice di sostanziale laicità.

Con l'esaurirsi della forza e poi della vitalità stessa degli stati-nazione, sia quelli occidentali sia quelli afro-asiatici (la fine dei regimi di Gheddafi, Saddam Hussein ecc), ciò che rimane non sono le ideologie -sepolte sotto i mattoni del crollato muro di Berlino- ma le civiltà, le quali si espandono non attraverso le modalità che abbiamo fin qui conosciuto e che hanno regolato i rapporti tra Stati, bensì attraverso una vera e propria guerra, attraverso uno scontro che è conquista stessa dello spazio vitale.

Lo scontro è tra civiltà, poiché i valori di quella Occidentale non sono universali né tantomeno riconosciuti e accettati in ogni parte del mondo. Quei valori vanno difesi e imposti, esattamente come altre civiltà tenteranno di imporre i propri valori. E vanno difesi e imposti in ogni modo, sapendo che anche l'altra parte, l'Islam, è assolutamente determinata a imporre la propria civiltà in ogni modo e con qualsiasi mezzo.

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